La cybersecurity è un elemento chiave nella trasformazione digitale del manifatturiero, che dai paradigmi di connettività smart di Industria 4.0 evolve integrando i temi di produzione sostenibile ed efficienza energetica del Piano Transizione 5.0.

Implementare Industria 5.0 richiede all’interno delle aziende la disponibilità di un flusso di dati trasparente, uniforme e soprattutto sicuro, per consentire l’evoluzione data-driven delle operazioni. Ciò implica anche lo scambio di dati tra dispositivi, macchine e impianti a livello di officina, le cosiddette OT (operational technologies), e l’IT. Questo paradigma apre l’ambiente di produzione, qualcosa che per tradizione è stato sempre completamente chiuso, e quindi insicuro per definizione, alla comunicazione in chiave IoT con il mondo IT superiore, e di qui al cloud.

Netech cybersecurity convergenza OT IT Industry 5.0

Per poter implementare gli standard di industria 5.0 le aziende devono difatti abbracciare il cloud, la raccolta, l’immagazzinamento e la condivisione dei dati. Insieme alla grande opportunità offerta, questo crea una problematica che deve essere gestita in termini di sicurezza dei dati trasmessi. Imponendo un cambio di mentalità nelle PMI, che devono percepire la sicurezza informatica non più come un costo ma come un investimento strategico in azienda: la cybersecurity garantisce non solo continuità operativa, ma permette la condivisione di dati sicura per implementare ottimizzazioni ed efficientamenti portati dalla trasformazione digitale. Con grandi quantità di dati che vengono dati in pasto a modelli di AI generativa volti a migliorare disponibilità, affidabilità e produttività in fabbrica, proteggere il capitale di dati dell’azienda diventa quindi sempre più cruciale e letteralmente vitale.

Con la crescente interconnessione tra sistemi di produzione e piattaforme IT, l’iperconnettività amplia infatti le vulnerabilità in azienda, rendendo il comparto manifatturiero un bersaglio per gli attacchi informatici anche a livello degli asset di produzione. Importanti a tal fine sono sia la direttiva europea NIS2 sia lo standard IEC 62443, i cui requisiti mirano a rafforzare la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nei settori critici, inclusa l’industria.

La convergenza tra OT e IT nel comparto industriale richiede inoltre un approccio personalizzato alla cybersecurity, che sappia sviluppare soluzioni che soddisfino le specifiche esigenze che contraddistinguono le diverse tipologie di industria, dal comparto automotive alla logistica, all’industria alimentare o dell’energia. Strategie di sicurezza informatica e di monitoraggio continuo studiate caso per caso per garantire la necessaria resilienza operativa e la più adeguata risposta agli eventi avversi.

L’evoluzione di Industria 5.0 impone inoltre che sicurezza e resilienza siano effettive lungo l’intera filiera produttiva, al cui interno lo scambio e la condivisione di dati è essenziale per allineare e ottimizzare le operazioni a livello di supply chain. Una maggiore collaborazione tra le aziende all’interno di una stessa supply chain settoriale può altresì essere preziosa nella condivisione di minacce e vulnerabilità emergenti. Una strategia di cybersecurity che può portare alla creazione di una rete di difesa più solida e in grado di individuare per tempo i rischi informativi, per rispondere prontamente agli incidenti. Un approccio proattivo alla cybersecurity, che sfrutti anche strumenti ai AI e machine learning nell’individuare trend emergenti nelle minacce cyber, è quindi importante per restare al passo con la continua e rapida evoluzione degli strumenti di attacco informatico, oltre ad adeguarsi al continuo aggiornamento del panorama normativo in tema di cyber sicurezza.

Una cybersecurity proattiva e personalizzata in era di Industry 5.0 diventa allora un vero abilitatore del business, volto a creare un ecosistema sicuro che includa la condivisione dei dati e la sicurezza delle identità, per sfruttare in piena tranquillità i vantaggi competitivi offerti dalla trasformazione digitale.